I riti contemplativi del giardiniere appassionato

Questa mattina davanti al the, il giardiniere era un po’ teso, distratto, allora con nonchalance ho iniziato ad intervistarlo per capire cosa lo portasse lontano.

Mi ha detto che di lì a poco sarebbe uscito per incontrare una signora (e il suo terrazzo) poi pian piano ha cominciato a raccontarmi …

Il sopralluogo in un giardino è sempre un momento magico, il primo importante impatto con quello che diventerà un sogno realizzato. Sono istanti in cui sensazioni ed emozioni si intrecciano con grande intensità.

E’ un approccio istintivo con le prime intuizioni che determineranno le scelte definitive, la sfida più insidiosa del nostro lavoro : la visione delle piante nel giardino futuro.

Il sogno e le idee trovano una sintesi in quella che potrei definire una sinfonia vegetale unica.

Prendere confidenza con il luogo non è sempre un processo immediato. Ognuno ha i propri metodi.

Io ho un mio rito che compio quasi in segreto : mentre parlo e osservo, prendo una manciata di terra per annusarla. Come i contadini la stritolo, la sgrano, cerco di coglierne la consistenza e mentre la lascio scorrere nel palmo della mano ne osservo le caratteristiche.

La terra tra le mani non fa sentire sporchi. Il mio amico Paolo, agricoltore illuminato, mi racconta che c’è chi la terra la assapora. Mettendola in un bicchiere d’acqua la mescola la filtra con uno straccio e la assaggia per capirne il gusto ed immaginare il sapore che avranno i frutti che essa darà. C’è invece chi per comprendere il tipo di terreno mastica le foglie degli ortaggi.

Ogni lavoratore della terra ha le proprie bizzarre alchimie.

Io nel giardino non sto fermo e mentre mi sposto per scrutare ogni angolo, lo sguardo si fa telecamera, pronto a registrare il più piccolo dettaglio.

Osservare, saggiare, ascoltare, sono i segreti del giardiniere appassionato. Poi con l’attività del giardinaggio la parte contemplativa si traduce in “capacità di far crescere” perché, come afferma Gilles Clément, “non bisogna considerare le piante come un oggetto finito” esse non devono essere isolate dal contesto che le fa esistere.

… Ecco cosa pensa la mattina presto il mio giardiniere!

 

 

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